sabato 22 ottobre 2011

LA CURA

Pulirsi l’anima dai pensieri e dalle tue impronte.

Mi hai lasciato solo puzza di fumo di scarsa qualità, qui dentro. Vorrei trafiggerti il petto per controllarne il contenuto, verificare, con prudenza e con la mia solita curiosità, l’esistenza di un muscolo chiamato cuore, per poi estrarlo e darlo in pasto ai programmi della domenica sulla rete nazionale. Crudele, lo so e lo sai anche tu.

E tu che dici che basta respirarmi per sentirti felice, tu che di notte appoggi sempre una mano su di me, tu che se non mi trovi al tuo fianco inizi a cercami nel buio di questi quattro muri, proprio tu hai bruciato lo spazio e l’aria, hai distrutto tutto.

Mentre mi asciugo i capelli progetto la tua morte, la nostra fine. Una fine tragica e romantica, triste e disperata, esattamente come vorrei fosse questa storia dalla trama breve e senza spessore

venerdì 5 agosto 2011

Suonami

Imperanti richieste o solo imperativi.


Suonami, come corda d’arpa

La mia schiena si inarca.

Pizzica la mia anima solitaria

Colpiscimi, fendi l’aria.

Suonami.

domenica 12 giugno 2011

Introduzione

– Sono adorabile quando ti odio, vero?

– Ti preferisco.

– Lo so.

Lo guardava negli occhi con un leggero sorriso sulle labbra a volerlo sbeffeggiare. L’amore non le interessava eppure ci si immischiava sempre e sempre con profondo piacere.

lunedì 23 maggio 2011

Wish you were here

E il tempo si è spezzato, si è fatto breve. Vorrei farti male ogni volta che mi dici quello che speravo dicessi, marchiarti gli occhi con questa luce e farti sparire da qui.

Cercami tra la folla, cercami tra i ricordi che hai perso, cercami tra le tue manie e gli scompensi: non mi troverai perché sarò io un nuovo vizio, una nuova forma, una nuova immagine da perdere e ricordare. E sarò la tua migliore amante.

Il tempo si è fatto sottile, si è infilato nelle narici e nelle radici. Vorrei sentire il peso del tuo sguardo sulla mia pelle mentre vado via da qui. Vorrei leccare le lacrime dai tuoi polpastrelli mentre fuori il ghiaccio copre ogni cosa. E vorrei bucarti l’anima, bruciarti il cuore, mangiarti gli occhi.

Cercami tra le fessure della trama di lana che ti avvolge e nella stoffa che ricopre il divano. Cercami nei cessi della stazione, tra le mattonelle che gridano storie.

martedì 17 maggio 2011

Lapsus?!

Si sono concluse le eRezioni amministrative.

sabato 16 aprile 2011

CALCINACCI

Calcinacci sul fondo dei tuoi occhi, per saper che ho abbattuto il muro che interponi. E lascia che ti assapori, che ti assorba fino in fondo al mio respiro, fino in fondo alle mie più profonde cavità.
E non siamo solo pezzi di carne. E non siamo solo due dannate anime sporche.

Abbatti quel fottuto muro, voglio solo guardare lo spazio che hai dentro e sentire l’odore di vecchio diventare nuovo.

Calcinacci e polvere sul fondo della tua voce vuota, assente, assetata di silenzi. E lasciami tacere finché voglio, lascia che il mio silenzio ti narri le storie che lo intesse, sempre le stesse.
E non siamo solo maledettamente simili. E non siamo poi così distanti.

domenica 3 aprile 2011

Well, you know, we all want to change the world!

E TU CHE RIVOLUZIONE VUOI?

martedì 29 marzo 2011

Stupirsi in una stagione come la primavera

E sento il riecheggiare dei miei passi nei cassetti vuoti dei miei pensieri.

E mi stupisco nel sentirmi leggera in una stagione come la primavera.

E credere di vivere o di saper sognare, tanto per me è uguale.

sabato 19 febbraio 2011

Riflessioni da sabato pomeriggio

Cari "uomini" misogini, avete rotto il cazzo!
Proprio quello che vi manca, insieme alle palle!
Proprio quello che mi piacerebbe avere!

Mi sveglio (?)

E mi sveglio di colpo. No, di schianto.

Sono passati secoli, almeno 200 anni, da quei favolosi incubi all’alba, alle 5, di una tormentata primavera. Mi sveglio da quella estate sudata e dorata, in cui l’amore puzzava di sesso e paura.

E mi sveglio dal mio secondo autunno pallido. Bianco autunno poco piovoso. Quando non piove non posso morire. Ma io non ho paura di morire.

E mi sveglio dalla mia paura di morire. Avevo dimenticato la mia lista dei “cento modi migliori di morire secondo me”. Mestamente, oggi, penso alla vita.

E mi sveglio ai margini di un inverno stanco e veloce, confuso. Tremante e tremendo come il vuoto che spesso tento di riempire, come il gelo che attanaglia la pelle facendola crepare.

E crepa inverno e crepa primavera! Voglio che arrivi un’estate putrida e marcescente come i resti della pelle morta tra le dita.

E il mio cuore si scioglierà al sole: come l’asfalto fresco, si appiccicherà alla suola delle tue scarpe troppo pesanti.

giovedì 6 gennaio 2011

Il silenzio non basta mai

Le mie orrende mani scorrono rapide sulle lenzuola umide falciando le teste dei pensieri che ti riguardano. Ti guardano. Guardami! Non ho che noia. Ultime tracce, le tracce di una lotta mai iniziata. La notte mi lecca, lecca i bordi di questa vita stanca. La tua assenza si fa densa come schiuma e come schiuma mi avvolge. Pesante. La voglia si condensa tra le cosce di porcellana, ma è solo l’incontro carnale di sue solitudini, lo sai. Siamo due solitudini che si scopano. Il silenzio non basta mai, lamina di acciaio su questa schiena. Gelido e duro il silenzio non placa le immagini che scorrono veloci sugli occhi, sotto le palpebre. E adesso chiamami, mormora il mio nome. Spezza il silenzio e infrangi le mie dita fredde. Fottimi il cervello. Le parole le ho vomitate tutte e ora non ne voglio più. Le parole sono finite, ma il silenzio no, non finisce. Eppure non basta mai. Lo sento che stai giocando le tue carte migliori, ma io non ho strategie. La struttura di un sentimento malato. Sezionami. Torturami. Profanami. Bruciami. Ci vuole coraggio, ci vuole il tuo. Ci vuole cervello, ci vuole il mio. Ci vuole silenzio, il lusso del silenzio. Guardami. E sputa, sputami. Sputa fuori il tuo seme, sputa fuori questo cuore. Sputa.

E adesso finiscimi.