venerdì 18 giugno 2010

Stanza.

Guarda la sua immagine riflessa nello specchio. Osserva ogni particolare come se si dovesse riconoscere.

Inclina leggermente la testa da un lato, guardandosi negli occhi, sembra che stia flirtando con se stessa. Si lecca velocemente le labbra. Con un dito ne percorre il contorno una, due, tre volte. Velocemente. Poi la sua attenzione torna sugli occhi.

Prende la spazzola e inizia a passarsela tra i capelli continuando a mantenere lo sguardo fisso. Tira i capelli indietro per legarli in una coda.

Mi piace così. Si vedono i lobi e i lineamenti dolci del viso, la forma degli zigomi, i muscoli del collo. Gli occhi sembrano più lunghi.

Si volta di scatto per guardarmi. Resta per un attimo immobile, quasi per mettermi a fuoco, poi sorride. Dev’essersi accorta del mio sguardo che penetrava pesante e curioso oltre la fessura della porta lasciata socchiusa.

Viene da me mantenendo sulle labbra quel sorriso. Si avvicina e io la bacio, come si bacia una fotografia, a labbra chiuse, con dolcezza.

Sembra più giovane della sua età, forse per via delle lentiggini o del suo modo di fare. Forse per via della sua pelle bianchissima o del suo modo di parlare.

La osservo mentre si trucca. Si analizza il viso allo specchio. Apre la bocca mentre si accinge a passare il mascara sulle ciglia. Ha i denti grandi e bianchi, la bocca piccola e carnosa, rosa.

Mi dice che è pronta, che possiamo andare e io non so fare altro che sorriderle. Sorrido e annuisco. Raccoglie le sue cose guardandosi intorno. Io controllo solo se ho le tasche dei pantaloni piene. Le porgo gli orecchini che aveva dimenticato sopra il comodino, ma non li indossa, li ripone nella piccola borsa.

Avvicinandomi alla finestra sposto la tenda per guardare fuori, ma mi anticipa dicendo che non c’è nulla da vedere da lì. Dev’essere già stata qui, chissà con chi.

Prima di uscire mi volto a guardare quella stanza. Dico “ ciao camera”, la bacio piano sulle labbra strette e chiudo la porta dietro di noi.

4 commenti:

  1. Sparo! Contento di vedere questo tuo nuovo posto (-:

    RispondiElimina
  2. Hai cercato un tempo narrativo quasi esasperante, una contemplazione forte.
    Penso sia voluta la scelta di non aprire veramente il racconto ai sentimenti. C'è un bacio, sì, ma tutto resta velato.
    Perché?

    (anche se ho l'account blogspot, sai dove trovarmi, vero?)

    Pié

    RispondiElimina
  3. @Pietro:
    Mi sono messa nei panni di chi guardava.
    Ho immaginato che non provasse sentimenti, o che almeno ci provasse.
    Ho evitato melense parole d'amore, mi son limitata a descrivere quello che vedeva lui, dal suo punto di vista. O quello che credo vedesse lui, dal suo punto di vista.

    Grazie del passaggio.

    (Ovviamente sì)

    RispondiElimina
  4. a me fino all'ultimo è sembrato che si trattasse di una figlia che attendesse la madre per portarla in chissà quale forse ignoto, forse disperato luogo, un congedo dalle care memorie insomma....
    drammatico! sono lieto di essermi sbagliato, o forse semplicemente l'ho confuso con una mia riminiscenza, mio accaduto.
    Bello, breve sintetico, radiografante, sensibile.

    RispondiElimina

Spara!